Nane a scuola – I

18 Gen

Stamattina – come tutte le mattine che le divinità ci regalano – accompagno la Nana a scuola. Una bimba che conosco (e odio, assieme ai suoi genitori) le corre incontro e con fare petulante le dice “Nana, oggi abbiamo la verifica di inglese, lo sai, vero? hai studiato?”

La nana guarda la bimba irata e me impaurita. Ok. Non ha studiato. Promemoria per la sera: chiederle come è andata.

Sera. Torno a casa alle 1830, saltando la palestra perchè sua madre aveva un impegno e non poteva portarsela dietro. Convenevoli, e poi…

“Nana, come è andata la verifica di inglese?”
“PA, quale verifica?”
“Quella di stamani, quella che BimbaOdiosa ha detto che avresti avuto”
“No, non ho fatto una verifica di inglese”
“Uhm. Quindi BimbaOdiosa s’è sbagliata?”
“No, cioè, si, ho fatto un qualcosa ma non mi ricordo cosa…”
“non ti ricordi cosa hai fatto oggi a scuola?”
“…non mi ricordo, una cosa di inglese, ma la verifica no, sai, ci sono dei bimbi che non apprendono…”
“Nana, la verità: questa verifica l’hai fatta o non l’hai fatta?”

Al che la Nana si ricorda che in fondo in fondo è una donna, e vale l’adagio “quando l’hai fatta fuori dal vaso, mettiti a piangere e aspetta che tutti si inteneriscono”. Nana in lacrime e dopo neanche un minuto…

N2: “Che succede?”
PA: “A quanto pare la Nana non si ricorda cosa ha fatto a scuola stamani…”
N2: “eh, se non se lo ricorda non se lo ricorda! Che ci vuoi fare? ora non è il momento, no? devo andare a lezione di canto”

E mi caga li’.

Inizio a chiedermi chi me lo fa fare, e il perchè. Ah, si, il perchè lo so: che se la Nana mi diventa una incapace ignorante incolta e mentitrice poi me la ritrovo. Ma a quanto pare la lezione di canto è più importante.

17 Risposte to “Nane a scuola – I”

  1. neuromantica 19 gennaio 2013 a 11:33 #

    Ciao PA, io ti leggo da un po’ ma non ho mai commentato. Ora probabilmente mi sbaglierò perché tu non dici sicuramente tutto qui e l’obiettivo è sfogarti e mettere le cose a ridere ma mi ci provo comunque, molto umilmente giuro. Considera anche che non sono una mamma per cui avrò ancora una visione molto utopica della genitorialità che la vita penserà bene di farmi rimangiare un giorno:). Il fatto è che ho la sensazione che il moto che ti spinga nelle correzioni che fai alla bambina siano nel senso, appunto come scrivi qui, di rendere la nana “più sopportabile”. Ho avuto un papà che mi ha sempre trasmesso questa sensazione: che mi correggesse più per il suo personale fastidio che veramente concentrato sul mio benessere e sulla mia personalità. Il risultato che ottieni così, anche quando le tue correzioni sono utili dal punto sia della sua sopportabilità sia del suo benessere, non è “uh com’è bello essere più brave” ma “o mio dio sono insopportabile alle persone da cui vorrei essere voluta bene”. E a questo si può reagire o chiudendosi e odiandosi dando ragione all’altro o chiudendosi e odiando l’altro per difesa diventando ancora più isteriche e insopportabili. Ma saprai tu quanto dare credito alla mia opinione, molto è dovuto al fatto che qui presenti la nana e la mamma un po’ come macchiette ma nella vita reale sarà diverso.

    • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 10:26 #

      In parte hai ragione. Ma è derivato dal fatto che i miei sentimenti per la Nana non sono di natura paterna, sono puramente di natura educativa.

      Ciò non toglie che ci perdo del tempo, ci gioco, le insegno le cose, la porto in giro per il piacere di portarla in giro – e talvolta anche senza la di lei madre.

      Però logico, fa parte del bilanciamento di una vita a tre. Un figlio ti sconvolge la vita. Finchè è tuo, è un conto. Se non è tuo, ti riservi il diritto di poter intervenire sulla sua educazione (“rendere sopportabile”, non sono parole mie) per rendere la convivenza a tre civile e non una continua violenza.

      Perchè attento bene: un bimbo su cui non ha autorità ma di cui ti devi occupare E’ una forma di violenza. Specie quando il bimbo inizia a capire che non hai autorità su di lui ma che comunque sei obbligato ad occuparti di lui.

      • neuromantica 22 gennaio 2013 a 13:39 #

        Posso assicurarti che non è ovvio avere questo istinto paterno neanche se sono i tuoi figli, mio padre è stato serenamente in grado di ammetterlo senza neanche accorgersi della bestialità che stava dicendo a sua figlia (e ti assicuro che sono sua figlia davvero:D). Proprio per questo scegliere di “occuparsi” di un bambino, non di “educarlo”, è una cosa ENORME e capisco davvero quanto sia complessa una situazione come la tua, situazione che la madre per il bene di tutti voi dovrebbe gestire più responsabilmente. Io lo capisco che sia molto difficile approcciarsi ad un bambino/a se si ha una mentalità razionale e giudicante (nel senso di osservare le cose in base alla dicotomia giusto-sbagliato) come la mia, quella di mio padre e non so forse anche la tua. Se guardi ad un bambino come ad una forma di creta da scalpellare a tuo piacimento (se la Nana mi diventa una incapace ignorante incolta e mentitrice poi me la ritrovo) e non come una creatura a sé stante, già piena di sé con le sue caratteristiche e i suoi tesori da scoprire (e tutto quello che puoi fare è proprio sostenerlo mentre li scopre e saranno tesori suoi, non quelli che desideri tu in lui) non si riesce a trattarlo con la dovuta umiltà e attenzione. Sono complessi almeno quanto te adulto, non vederla come una bambolina preda di istinti fisiologici e egocentrici da modellare. Magari mi sbaglio e per un bambino già ricevere delle attenzioni modellanti è utile, per la mia esperienza sentirmi modellata invece di ASCOLTATA è stato un disastro per cui lo trovo quasi deleterio. Ma potrei sbagliarmi:). E soprattutto non ho intenzione di obbligarti a fare nulla di più. Solo dirti che la scelta già difficile che hai fatto potrebbe essere ancora più difficile di quello che già molto responsabilmente hai previsto.

        • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 15:54 #

          Si, è tutto bello per carità, la scoperta di sè, l’amore, la pace spirituale, l’energia cosmica, il liberare le proprie ispirazioni, l’essere ascoltati in armonia con la vibrazione dell’Universo.

          Però le tabelline van sapute, a tavola si mangia decentemente e le bugie in casa non si dicono.

          Non è che non l’ascolto o non l’assecondo. Ci sono dei PUNTI FERMI dai quali NON si transige se vuoi convivere pacificamente con me.

          Vale per tutte le nane, eh, piccole e grandi 🙂

          • neuromantica 22 gennaio 2013 a 16:10 #

            Ma si infatti ho premesso che non avevo alcuna nozione di genitorialità pratica e che forse forse è utile anche la sgridata pura e semplice :)..e poi basta già l’atteggiamento della madre a non favorire la fiducia della nana in te..

  2. Monica 19 gennaio 2013 a 23:54 #

    Ciao, ti leggo da un po’, ma commento per la prima volta.
    Mi ha incuriosito il tuo blog perché io ho il punto di vista della Nana (anche se ora sono madre anch’io) e trovo interessante cercare di capire un possibile punto di vista del “patrigno”.
    La prima cosa che ho pensato leggendo certi post è stata: ma chi si crede di essere quello, non è mica figlia sua, come si permette! Questo veniva dal cuore di “figliastra”. Poi però il cervello (di madre) ha ragionato, ho cercato di mettermi al tuo posto e ho capito (o creduto di capire) meglio certe cose che fai. Mi è rimasta comunque l’impressione che tu stia facendo troppo, che ti stia prendendo troppe responsabilità riguardo all’educazione della Nana. Non tocca a te fare queste cose, o almeno non così tanto (almeno questa è l’impressione che ho leggendo il blog, è cioè che la madre ti lasci/dia queste responsabilità).
    Inoltre, leggendo il commento precedente devo dire che ho fatto una considerazione simile, da certe frasi che scrivi (ad esempio le ultime di questo post) sembra che tu cerchi di educare la Nana solo per fare in modo che poi non ti dia “fastidio” e non per il suo bene.
    Naturalmente questa è la mia opinione e che si basa solo su quello che scrivi e su come lo interpreto io. Non vuole essere un’accusa o un attacco, ma solo un’altro punto di vista.

    • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 10:40 #

      non ti preoccupare, non mi sento accusato.

      Educandola “affinchè non dia fastidio” (ripeto come alla commentatrice di cui sopra: non son parole mie) in realtà faccio il bene di tre persone: il mio, quello di sua madre e soprattutto il suo.

      Perchè credimi, una bimba dai 4 ai 7 anni (specie con il carattere da “attention whore” della Nana e una vivacità piuttosto marcata) sa essere una grossa ma GROSSA rottura di maroni.

      Se un uomo non interviene e non può intervenire ma è costretto a subirla passivamente succede come è successo ad altri uomini che ci hanno provato: dopo un po’ esplodono, prendono e mandano entrambe le nane affanculo.

      La nana grande regge, la nana piccola quando vede sparire le persone dalla sua vita proprio come è successo con papà soffre.

      Ancora sicuri che quello che sto facendo non lo stia facendo per il suo bene?

  3. Ktml 20 gennaio 2013 a 15:02 #

    Mi unisco in parte al primo commento. In parte ti dico che a quanto scrivi sembra che l’unica persona che ha in mente un progetto di educazione intorno alla bambina sia tu. Ciò traspare dalle tue parole. In quanto mamma io avrei approfondito, ma io sono una mamma forse fin troppo dentro le cose delle figlie e spesso un po’ tedesca… La prossima volta fossi in te riferirei il precedente alla mamma, lascia che sia lei a sbrogliare la matassa, a chiedere di una verifica, se vera o presunta. Prova a fare un passo indietro, mi sembra che la faccenda così come la vivi ora ti procuri piccole incomprensioni…. e forse la bimba ha anche capito la dinamica, e che la mamma trova sempre una scusante per lei, provaci ad invertire le dinamiche…

    • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 10:41 #

      eh, è uno dei discorsi che ho in ballo con la madre di questi giorni. LA mamma è un po’ pigra, e quando trova qualcuno a cui delegare è ben felice.

      Solo che poi arrivano gli “eh poverina”, ma arrivano un po’ troppo tardi. Se deleghi, deleghi. Se ti occupi in prima persona allora si condivide.

      La bimba capisce le dinamiche fin troppo bene, è per quello che quando vengo contraddetto di fronte a lei divento molto nervoso…

  4. Livia 21 gennaio 2013 a 09:41 #

    Mi trovo d’accordo coi commenti precedenti. Scusa ma prima di conoscere te (non so da quanto tempo vivete insieme) la mamma della Nana a chi la affidava per i suoi impegni? Secondo me fareste bene a prendere in considerazione l’assunzione di una babysitter, e tu a riappropriarti di spazi tuoi (palestra!) prima che la frustrazione prenda il sopravvento.

    • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 10:43 #

      Prima di abitare con te abitava con la Grande Nana, per cui un bel po’ di cose le smazzava lei.

      Solo che Grande Nana è una che ti dice “si, me ne occupo” poi magari le salta l’idea di andare a una manifestazione e ti chiama due ore prima dicendo “non posso più”.

      Diciamo che anche da fidanzati, gradualmente, ho iniziato a dare una mano. Solo che ora mi sta sfuggendo di mano la situazione. Ieri mi sono sentito brontolare perchè “eh, diobono, ma ho dovuto portare la bimba a lezioni di batteria oggi, e tu te la prendi se arrivo a casa alle otto perchè vado a trovare un’amica”.

      A parte che è figlia tua, a parte che io ho saltato la palestra per mettervi cena in tavola, ma mi sembra che qui le cose inizino a girare all’incontrario.

  5. grimilde79 22 gennaio 2013 a 05:14 #

    I commenti qui sopra mi spiazzano un po’, forse perchè da settembre la mia vita diventerà come la tua… solo con StepSon. Ma con lui sono tanto rigida quanto lo sono con i miei figli, solo che lui è … totalmente allo sbando.
    Però proverò a riflettere su quanto dicono i commenti sopra. Almeno per cercare di capire come pormi.

    Se, poi, condivido assolutamente il tuo prenderti delle responsabilità, perchè altrimenti uno vive da fidanzatino e non va a convivere anche con la prole del/la compagno/a, non riesco a vedere una serenità nella distribuzione dei compiti tra voi. E questo a prescindere dal fatto che la Nana sia figlia di uno dei due o di entrambi.

    Forse avete entrambi tanti impegni. Forse lei ne ha di più. Forse lei non deve ritenerti SEMPRE la sola alternativa. Avete entrambi un impegno? Bene, un giretto dai nonni per la Nana?

    Io quello che percepisco dalle tue parole è sconforto, è frustrazione. Provate a ripianificare un attimo gli impegni e la gestione famigliare. A me sembri schiacciato dalla situazione. E lo saresti anche se fossi PV e non PA. Perchè in una famiglia i compiti devono essere distribuiti secondo le possibilità, gli impegni e i bisogni di ognuno e non ruotare tutte intorno ad una sola persona (e parlo di N2) come traspare dai tuoi post.

    • padreanomalo 22 gennaio 2013 a 12:45 #

      Tu mi capisci davvero, e credo che tra un po’ mi capirai ancora di più 🙂

      hai ragione: sono stanco, e frustrato. Probabilmente se fossi PV e non PA avrei unapproccio diverso, non so, mi peserebbe meno, oppure avrei quell’amore tipicamente materno-paterno che ti fa sciogliere ogni 10 secondi ad ogni gesto di tua figlia.

      Sua madre quando la bimba piange si scioglie. Io mediamente m’incazzo. Tanto per dirtela 🙂

      • grimilde79 23 gennaio 2013 a 04:50 #

        Sai, cosa? Questo penso dipenda più dalla sensibilità personale (e squisitamente femminile, di solito).

        Io quando vedo un bambino piangere sento il cuore in subbuglio, a prescindere. Ma quando lo vedo che fa i capricci, anche quando sono i miei, divento una iena e mi incazzo.

        Poi, è sicuramente vero che il fatto di non avere vincoli di sangue con lei rende tutto un po’ più “distaccato”, per quanto affetto tu possa provare nei suoi confronti, e -di conseguenza- è tutto anche più pesante.

        Anche perchè mi sembra che N2 intervenga con la sua autorità di “madre-legamedisangue” se tu sei autorevole CONTRO di te. Ma le fa ben comodo sfruttare il tuo senso di responsabilità a suo vantaggio. Ecco, questo non mi piace affatto ed è una cosa che ho chiarito da subito: se ne ho la responsabilità (parlo di StepSon, ovviamente) ALLORA ho voce in capitolo educativo/rispettoso.
        Perchè “non sei mia madre” può valere sempre (quindi: niente cena, niente lavatrici, niente pulizie del culetto santo dopo il bagno…) oppure mai (quindi: se fai qualcosa di maleducato/irrispettoso/sbagliato IO HO DIRITTO di riprenderti). Ho chiesto al padre cosa voleva.

        E gli ho chiarito che al primo “non sei sua madre”… avrei smesso immediatamente di intervenire nella vita di StepSon. Da TUTTI i punti di vista.

        • padreanomalo 23 gennaio 2013 a 07:32 #

          “E gli ho chiarito che al primo “non sei sua madre”… avrei smesso immediatamente di intervenire nella vita di StepSon. Da TUTTI i punti di vista.”

          io ho detto la stessa identica cosa con la Nana2 qualche annetto fa.

          L’ho anche fatta.

          Non funziona, la responsabilità è una strada di non-ritorno. Però come gesto dimostrativo mediamente funziona.

  6. boh 23 gennaio 2013 a 07:57 #

    No, io proprio non sono d’accordo. Dalle tue parole traspare tutto il tuo sconforto e la tua frustrazione. Siete sulla strada del non-ritorno. Entrambi (tu e la tua compagna) state sbagliando di brutto: tu hai completamente frainteso il tuo ruolo, lei mi sembra assolutamente incapace di prendersi le sue responsabilità.
    Tu non sei il padre della bambina, hai un ruolo di educatore, per così dire, sullo sfondo; puoi rimproverarla solo per sostenere il rimprovero della madre, o nel caso in cui faccia qualcosa veramente grave; d’altra parte non si percepisce affetto verso la bambina da parte tua, e questo ti rende ancor meno adatto a fare il padre vicario. La funzione del “terzo” genitore è di sostegno: sostegno per il partner, sostegno per il figlio del partner (dovresti essere una figura ferma ed autorevole). Il tipo di educazione che dai tu pertiene solo ed esclusivamente ai genitori veri. La tua compagna delega e rimbalza le sue (e solo sue) responsabilità su di te. Non esiste che tu debba rinunciare ai tuoi impegni e svaghi in favore dei suoi, perché non sei il padre. A meno che tutto questo non venga da te. Le responsabilità sono della madre e basta. Ma se tu ti assumi le sue responsabilità, poi te le devi tenere. Il terzo genitore ha solo obblighi, se se li assume. Io non mi sono mai permesso di sgridare il figlio della mia compagna autonomamente; ho sostenuto la mia compagna quando lo rimproverava. Sono stato accanto al bambino quando piangeva per i rimproveri, facendogli capire dove aveva sbagliato. La mia compagna non mi delega le sue responsabilità, e questo è un punto fermo che dovete mettere in chiaro. Il bambino, quando ha saputo che stavamo insieme, mi ha fatto una blanda guerra per un anno e mezzo. E’ stato difficile. Però alla fine, se c’è amore, si risolve tutto. Ora ci chiede un fratellino; ieri è tornato a casa prima, rinunciando al calcio, perché io stavo male e voleva abbracciarmi. Ed è stato davvero bello.

    • grimilde79 24 gennaio 2013 a 05:50 #

      Io non condivido, invece. Quando si convive si diventa una famiglia. E non puoi fare la famiglia “part-time”. Se non c’è il genitore biologico, cosa si fa? Si lascia il ragazzino allo sbando perchè tu non hai “l’autorità”?

      Sarà che per me a questo tipo di educazione devono contribuire TUTTI gli adulti fondamentali che ruotano intorno ai miei figli. Se si comportano male con nonni o zii, loro hanno il diritto di riprenderli ed educarli.
      Figuriamoci, poi, se ci vivessero insieme.

      Io ragiono proprio diversamente.

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